Grazie Giulio Guberti

28 Luglio 2014

A 85 anni ci ha lasciato Giulio Guberti, medico e fine intellettuale, innamorato di arte contemporanea e profondo conoscitore delle avanguardie artistiche degli anni ’70-’80.

Giovanissimo, aveva partecipato alla Resistenza. Esercitò l’attività di medico e fu direttore sanitario della casa di cura Domus Nova di Ravenna. Ma la sua passione era l’arte contemporanea. A metà degli anni ’70, entra a far parte della Commissione arti visive della Pinacoteca comunale di Ravenna, con l’incarico di curatore delle mostre temporanee. A partire dal 1977, Giulio dà vita e cura un ciclo di quindici mostre collettive, accompagnate da La Tradizione del Nuovo, una pubblicazione metà rivista e metà catalogo, progettata per la cooperativa Supergruppo da Massimo Dolcini e Massimo Casamenti.
Il ciclo di mostre coinvolse e portò a Ravenna centinaia di artisti e tra i più importanti critici d’arte: Accame, Barilli, Bonito Oliva, Celant, Cerritelli, Fossati, Menna, ecc.

Dal 1982, Giulio dà vita e cura “Artisti contemporanei”, un nuovo ciclo di mostre antologiche a cui corrispose la pubblicazione di altrettante monografie, edite dalla casa editrice Essegi di Ravenna, con la cura grafica di Massimo Casamenti. Sedici furono le mostre dei maggiori artisti contemporanei italiani allestite alla Loggetta Lombardesca: Turcato, Schifano, Mascalchi, Zorio, Paolini, Accardi, Morlotti, Veronesi, Fabro, Castellani, Francese, Dorazio.

Nel rispetto della verità si deve dire che se Ravenna è diventata sul piano culturale una “ex provincia”, molto si deve all’attività di spessore nazionale di quel periodo.

Giulio è stato intellettuale indipendente e “combattente”, poco incline al politically correct, alle manfrine di potere, ma sempre disponibile a battagliare sulle idee, a spendersi contro o per, a prendere posizione. Ora la città dovrebbe, anche se tardivamente, riconoscere a Giulio il valore del ruolo da lui ricoperto, la sua capacità di fare politica culturale, e gli anni di vivacità culturale che ha saputo regalare alla città.

Grazie, Giulio.